Le opere in mostra vogliono far riflettere sulla condizione femminile, tutt’ora discriminata.
Ancora oggi persistono meccanismi sociali strutturali quali quelli di una divisione sessuale dei compiti. Nelle opere esposte, si è utilizzata la simbologia come metafora della condizione femminile. Le immagini e gli oggetti rappresentati appaiono come involucri, strutture in cui il corpo risulta assente, ad evocare sia la possibilità di poter essere “abitati” da entrambi i sessi (emancipazione) e sia ad indicare metaforicamente la difficoltà da parte del genere femminile di un’ascesa sociale.
Il termine “corpo errante” può essere inteso, da una parte come corpo che cerca una sua collocazione, dall’altra
come corpo che sbaglia.
L’artista utilizza linguaggi come la fotografia e la scultura, linguaggi i quali sono comunque in rapporto tra loro, esprimendo spesso un legame simbiotico.